L'onda della fortuna è
sempre disponibile a chi conosce lo spazio delle varianti. La realtà non è una, né tantomeno immutabile.
Il destino crudele è un’invenzione del pensiero. La realtà cambia a secondo di
come si guarda. "Il bene e il male" sono diversi da "il male e
il bene”. L'ordine dei fattori cambia il risultato nello spazio delle varianti.
Il binomio "cancro-mente" secondo Ippocrate diviene "melanconia-bile
nera", secondo Zeland si traduce in "occuparsi del cancro-senza preoccuparsi".
Nella moderna medicina ippocratica, cui appartengo, significa che il cancro, al
pari delle altre malattie degenerative, è il segno di uno stile di vita
sbagliato, di abitudini innaturali, di un’ignoranza delle leggi della natura.
Chi vive nelle comodità dello pseudo benessere sociale, vive nel rischio
perenne e quando il bicchiere del corpo umano è pieno di tossine, ecco che nel
punto debole si manifesta la degenerazione cellulare. Qui la sfortuna delle
combinazioni negative decide quando e quale malattia compare per prima, in una sequenza
concatenata di eventi.

Questo è
quello che succede nel cancro. La "psicooncologia" ha sviscerato
queste situazioni ormai dal 1990. Lo shock della notizia di cancro scatta un’istantanea
di morte. Con questa diagnosi, frotte di psicologi sono impegnate a rassicurare
quotidianamente le persone che affrontano il male del secolo con il risultato
del buco nell'acqua. Il malato inguaribile, la malattia che distrugge la vita,
il dolore fisico e psichico sono di pubblico dominio. Il tunnel senza luce in
cui tutte le energie vitali sono risucchiate nel buco nero del cancro è ben
illustrato da Vadim Zeland.
"Tutto il passato scompare, tutto il futuro si trasforma in una nebbia
oscura e indistricabile". Questo è quello che succede a tutti i malati di
cancro che riempiono i cimiteri ogni anno. Queste persone non hanno immaginato
che durante la loro seconda esistenza in compagnia del cancro è sempre stata
presente l'onda della fortuna. La loro frustrazione e angoscia era così intensa
che non sono stati sfiorati dal pensiero di deviare il corso crudele del cancro
cogliendo la linea della fortuna. La partita si svolge tutta dentro la mente
ma, attenzione non dentro il cervello, né dentro il corpo, né negli stati
emozionali che si generano con il cancro. Qui parliamo della Mente, cioè quell’entità indefinibile
di energia capace di entrare nella matrice dello spazio delle varianti. Le
persone utilizzano solo il 10% delle potenzialità della mente e questa ignoranza
è coltivata dal vivere agiato e dal materialismo effimero imperante.
La fisica
quantistica la insegna, i filosofi la predicano, i liberi pensatori la
conoscono: la realtà è una apparenza.
Coloro che sanno questo, cambiano il punto di osservazione e cambiano la
prospettiva della vita. Quello che sembra essere una disgrazia distruttiva può
essere vista come una opportunità di crescita e in questa fase le onde della
fortuna appaiono per essere colte ed assaporate. Chi si ritrova con un cancro
aggressivo è talmente convinto di essere obbligato a seguire a strada delle
regole che azzera il proprio potere decisionale. La delega a terze persone è un
atto di sottomissione lontano anni luce dalla libertà della propria casa. Basta
un pensiero triste per essere assaliti da preoccupazioni e diventare ancora di
più dipendenti dalle regole. Basta un esame alterato per creare una caduta di
energia e rientrare nei ranghi della psico-oncologia. L'osservazione delle
regole che la malattia impone trasforma la vita in un’agenda dove i giorni sono
pieni di appuntamenti, esami di sangue, visite specialistiche, TAC-RMN,
biopsie, digiuni, attese per interventi, eccetera, eccetera. Tutto è codificato
in modo che è impossibile sgarrare alla pianificazione diagnostico-terapeutica.
Com’è possibile non essere assaliti da pensieri ossessivi, dalla paura di
essere soli e di non avere coraggio? Con il cancro si entra in un circolo
vizioso dove il tritacarne gira, frantumando tutto senza interruzioni e allo
stesso tempo inamovibile. Questo sistema monolitico è stato però infranto nel
momento in cui è diventata di pubblico dominio la causa primaria del cancro. Quando si conosce la causa qualsiasi
problema può essere risolto, Il punto critico di quest’affermazione è che
moltissime persone preferiscono non sapere che il cancro è un processo ben
definito che non avviene per caso, ma segue un percorso codificato dall’epigenetica.
La negazione di questa scoperta coltiva l'ignoranza con tutte le conseguenze deleterie.
Nel 400 avanti
Cristo, Ippocrate osservava che il cancro e la melanconia erano un binomio inscindibile
che produceva un umore chiamato “bile nera” cioè il massimo dell’acidità.
L'insieme corpo e mente era già conosciuto oltre venticinque secoli fa, ma oggi
il sistema dominante è invece orientato alla cura dei singoli organi. Su questa
interpretazione scientifica il sistema si è irrigidito, nel senso che non
ammette la libertà di integrare le cure, ma impone protocolli rigidi. Questo
sistema può essere considerato l'antitesi dello spazio delle varianti e la
guarigione offerta dall'onda della fortuna appartiene ai miracolati. Chi si
guarda intorno, non vede niente. Il mondo non è un prato di margherite in fiore
e l'onda della fortuna non ha alcun interesse per la persona, è facile farsela
scappare, lasciarla passare oltre e non vederla ritornare. La forza di
attrazione nel sistema è tale che i più divengono i paladini dell’ignoranza e
accettano la morte prematura. Zeland vive in Russia, ma come lui tante persone
hanno imparato a guardarsi intorno. Prendere o lasciare, dipende solo da se
stessi.
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