Feb 25, 2012

Proto Storia - Ateismo religioso


Nella notte dei tempi un essere bipede avanzava confuso e barcollante nell’oscurità. A poco a poco la luce illuminò il mondo e l’uomo vide il cielo sopra di lui e la terra su cui camminava. Abbagliato ed esterrefatto si parò gli occhi e cominciò a scrutare il mondo. Aveva fame, camminò per la terra e trovò da mangiare. Aveva sete e si dissetò con l’acqua della pioggia. Lui aveva tutto intorno a se. L’uomo era al centro tra il confine del cielo e della terra; prese padronanza di se e si sentiva sicuro finché un fulmine non bruciò la sua casa e un terremoto distrusse le sue costruzioni. Perché succedeva questo? Che cosa c’era che lui non sapeva?, Chi gli voleva male e che cosa voleva?. A queste domande l’uomo rispose offrendo i frutti degli alberi al cielo e il pane alla terra, ma le cose non cambiarono. Allora offrì un agnello e poi un bue, ma ancora niente. Chi era sopra al cielo e dentro la terra era cieco e sordo a quelle offerte. Così l’uomo capì che esisteva Dio, un essere superiore che governava il mondo incluso l’uomo. Costruì cattedrali, immolò figli e con questa idea soggiogò la mente sua e quella dei suoi compagni. Man mano che il tempo passava il Dio diventava sempre più esigente. Ogni uomo credeva nel suo Dio e in suo nome combatteva ed ammazzava. La storia sembrava senza fine, quando qualcuno si ribellò e disse basta. Quel Dio era falso: erano invenzioni dell’uomo. Così iniziò l’epoca delle guerre tra chi credeva in Dio e chi lo negava. Tutti impegnati a voler imporre la loro verità.
Tra la moltitudine della gente vi erano alcuni uomini diversi. Pensatori silenziosi vivevano rifuggendo la violenza e le mode del tempo. Consapevoli del mistero della natura cercavano di vivere in pace e saggezza. Costoro erano distanti dai fedeli di Dio e dai miscredenti. Né con Dio, né senza Dio, né religiosi, né atei ma consci che la mente umana è limitata nella comprensione della verità assoluta. Pochi sono quelli che sono equidistanti e il loro numero è piccolo: sono gli Atei-Religiosi, secondo la definizione di Raimondo Panikkard. Non è una contraddizione di termini, ma una affermazione che implica il riconoscimento della autonoma natura dell'uomo e contemporaneamente la consapevolezza di far parte di un Insieme del ciclo della vita . La conflittualità e la confusione delle moltitudini umane si diffondono a macchia d’olio superando i limiti geografici del passato. Come una malattia contagiosa che grida guerra e diffonde l’odio, gli estremismi degli atei e dei religiosi coinvolgono tutti non solo gli sconosciuti e i diversi, ma anche gli incerti e gli ignoranti. Il tempo dell’armonia tra l’Uomo, il Mondo e Dio sembra lontano, ma ancora esiste in questa era. Sporadiche isole di conoscenza vivono sommerse nella contrapposizione e confusione universale. Quale sarà l’evoluzione è difficile dire, dipende dalla successione degli eventi.
C’è da sperare che la presenza degli Atei-Religiosi possa deviare il corso della storia, così che l’uomo, un giorno non si ritrovi nuovamente a camminare confuso, barcollante e solo nell’oscurità del mondo. La storia ricomincerebbe da capo e l’uomo non avrà imparato nulla.