Jan 9, 2014

Il Tempo - Cronache 64. 05 gennaio 2014

5 gennaio 1950 - 5 gennaio 2014 un intervallo di 64 anni che iniziò probabilmente con un urlo quando uscii dall'utero di mia madre nella città di Firenze addormentata nel buio della notte. Il ciclo della mia vita iniziava con una parabola in salita analoga a tanti esseri simili a me. Il plateau è iniziato in un momento indefinito e la discesa della curva è sicuramente la fase attuale. Se certamente le energie corporee sono minori, forse non altrettanto posso dire per la mia attività mentale. I pensieri sono una produzione incessante che segue uno schema di affascinante bellezza che la meditazione mi ha insegnato. Se considero la parabola nella sua globalità, il tempo trascorso è maggiore del tempo rimasto a disposizione, ciò significa che sarà bene utilizzarlo al meglio ed intensificare la meditazione.
Sono a Bangkok e con la mia famiglia Tai, vado in missione umanitaria a portare oggetti utili ai bambini abbandonati all'Orfanotrofio di Pakkred. All'ingresso, in attesa di consegnare le offerte, metto alcune banconote nei salvadanai in plexiglas e la ragazza mi dà un libro da leggere: "The slipping Tiger di Sitthicahi". Nella prima pagina c'è scritto "if we prove that the time is a being, then killing time can be considered a murder". Ho fatto lo sforzo di far uscire dal torpore la mente ed ecco il risultato.
Nella mia professione ho sempre considerato il tempo un entità fondamentale nella cura dei malati e in ospedale non condividevo le terapie attuate con rigidi protocolli che non tenevano conto dello stato fisico, psichico e sociale del malato. La pretesa dei colleghi di rispettare i tempi dei protocolli senza accettare suggerimenti di modifiche per adattarli alle continue variazioni di salute, era una continua fonte di discussione. Il tempo per me era una variabile biologica importante che mi aiutava a non trasformare il malato in uno zombie. Le discussioni e contrasti con i colleghi erano centrati sulla diversa concezione del tempo e, aggiungo, alla riduzione della casistica da portare ai congressi. La frase di Sitthicahi forniva un interpretazione del tempo più avanzata di quello che io stesso immaginavo. Il tempo non è un entità meramente fisica come definito dalla scienza moderna, il tempo è qualche cosa che interagisce alle fondamenta dell'esistenza dell'uomo. Se si immagina il tempo alla stessa stregua di un essere vivente, tutte le volte che il tempo viene sprecato si compie un omicidio. Ammazzare il tempo significa svuotare l'esistenza della sua vitalità e parimenti, rispettare il tempo vuol dire amare la vita, sempre in tutte le condizioni positive o negative.
Il tempo diviene una entità vitale senza la quale non esisterebbe il mondo. La esistenza dell'uomo è così breve che il tempo acquista una dimensione eterna, sovrumana, onnicomprensiva e superiore.
Quanti giorni della mia esistenza sono trascorsi all'ombra dell'insipienza o della non considerazione del tempo?; quante volte ho corso contro il tempo per raggiungere qualche cosa che si è dimostrato insignificante?; il tempo correva da giovane e ora, da vecchio rimane a malapena qualche immagine nella memoria.
La limitatezza della nostra mente stenta a comprendere questo concetto, ma se pensiamo alla nascita di un pensiero ci accorgiamo che questo nasce improvvisamente dal nulla, si concretizza e cresce progressivamente prendendo forma realizzandosi in 10.000 sfaccettature. Così il Tao spiega il divenire del tempo con il passaggio dallo stato di vuoto (Wu Chi) allo stato di pienezza (Tai Chi) in un continuo passaggio dalla forma Yin alla forma Yang. A differenza della concezione della vita occidentale, in Asia il mondo gira in cerchio ed è una interpretazione riduttiva pensare il progredire una linea retta. La vita è un continuo passaggio dalla vita alla morte per il susseguirsi del tempo. Non c'è inizio, non c'è fine e il tempo diviene un entità intrinseca dell'esistenza. La cultura occidentale, che con il suo consumismo e il desiderio di insaziabile benessere economico, sta inquinando l'Oriente con la globalizzazione di una cultura dimentica del tempo. Diviene sempre più evidente che il mondo sta andando verso uno stile di vita in cui il tempo è inquadrato come un accessorio utilizzato per la soddisfazione del corpo. Ho il dubbio che la strada imboccata sia quella indicata da coloro che negando il tempo si trasformano in assassini di se stessi e degli altri. Non è facile giudicare e non è facile ritenere di aver capito come funziona il tempo, ma lo sforzo che mi impongo per il tempo che mi rimane, è quello di utilizzare la mia mente a non perdere il tempo. Nella consapevolezza del mio essere, nel bene e nel male, nel bello e nel brutto, nel positivo e negativo, ricerco l'essenza della vita e di fronte a coloro che si affannano a correre contro il tempo, mi sposto e li lascio correre , sperando nel mio intimo che vadano verso la rupe Tarpea; non certo per rinsavirli ma per terminarli.

Grazie. mr. Sitthicahi 5gen14