Jun 8, 2013

Strofa 276 Dhammapada

Il risvegliato ( il Buddha)
può solo indicare la via:
siamo noi a doverla percorrere.
Chi con saggezza riflette
e intraprende il sentiero
è libero dai ceppi di Mara (Satana).


Si potrebbe leggere la  strofa 276 Dhammapada con la mente occidentale.
Una volta che il Profeta Ti ha indicato la strada da seguire per vivere felice, solo la Tua volontà sarà l'artefice di un comportamento equilibrato per imboccare la strada giusta. Ogni azione,  anche la più insignificante, realizza l'attimo fuggente della vita e determina la buona o la cattiva sorte. Il passato e il futuro esistono solo nella mente, il presente è costruito momento per momento dalla volontà di esistere.
Colui che utilizza il libero arbitrio per affrontare i problemi della vita senza farsi condizionare dal mondo che lo circonda è un saggio. L'equilibrio mentale  permettere di seguire la via di mezzo lontano dagli errori e dalla sofferenza della vita. Le tentazioni offerte sotto forma di beni e piaceri effimeri sono del Diavolo o dei Cattivi. La malvagità che regna nel mondo è sempre in agguato e si manifesta sotto molteplici forme per soggiogare gli uomini. La libertà dell'individuo è l'unica difesa efficace, ma deve essere cercata dentro se stessi. Il migliore aiuto è quello che viene dal nostro profondo. Il raziocinio introspettivo e meditativo è il metodo che Ti permette di scegliere saggiamente la strada da percorrere.
Concludendo, il Buddha Ti dice che, se vuoi puoi essere felice devi essere l'artefice della tua vita, libero e senza condizionamenti esterni. Volere è potere

Jun 6, 2013

Le due Menti dell'Uomo

Il cervello è la sede del pensiero. Al cervello affluiscono gli stimoli sensoriali della vista, dell'udito, dell'olfatto, del gusto e del tatto. A partire dal 1800 lo studio filosofico della mente umana è stato affiancato dalla ricerca scientifica per individuare le aree della corteccia responsabili di specifiche funzioni. Nel 1929 fu inventato l'elettroencefalogramma EEG per monitorare l'attività elettrica durante la veglia e il sonno. Recentemente la risonanza magnetica funzionale sta contribuendo allo studio del pensiero, delle emozioni e, secondo alcuni, anche della coscienza.Ma annaspano nel buio!
Il cuore è la pompa che fa circolare il sangue dalla testa ai piedi. Mentre i Sumeri lo ritenevano la sede dell'intelletto e gli antichi Egizi il padrone del corpo sede della coscienza e della giustizia, da Galeno in poi il ruolo del cuore è stato sminuito ad un lavoro meccanico di pompaggio del sangue anche se di importanza vitale. Nel 1903 fu scoperto che il cuore emetteva una corrente elettrica che poteva essere registrata con l'elettrocardiogramma ECG. Il progresso ha affinato le tecniche per lo studio del cuore, ma poco è conosciuto sul suo campo elettro magnetico. In particolare il cuore genera una energia magnetica forte e potente rilevabile per un raggio di circa 3 metri, orientato con l'asse magnetico terrestre, di forma toroidale doppia, cioè al suo interno vi è un campo magnetico più piccolo. La potenza di questo campo è di circa 5000 volte superiore a quella generata dall'encefalo. Ma che cosa sia e a che cosa serve questo campo magnetico rimane un mistero.
Nel 1991. è stato introdotto il termine “cuore cerebrale” dal dott J. Andrew Armour che ha mostrato un complesso sistema nervoso composto da 40.000 neuroni nel cuore. Si ipotizza che questo sistema qualificato "piccolo cervello" abbia capacità pensanti collegata alla attività elettromagnetica.
L'Istituto HeartMath è dal 1980 leader nella ricerca della attività mentale del Cuore e, nel mare magnum delle neuroscienze moderne, rappresenta un faro nella nebbia. In mezzo a tanti scienziati che ricercano le funzioni cerebrali superiori nel profondo dei collegamenti elettrici, la presenza di due menti nell'uomo apre nuove ricerche ed ipotesi con interpretazioni ed applicazioni scientifiche filosofiche a tanti liberi pensatori.
In occidente il cuore è considerato il centro dell'amore solo dai poeti e dagli scrittori di romanzi, ma nelle antiche filosofie e religioni il cuore è il centro della vita spirituale. Il Taoismo, che nella interpretazione di Teodoro Brescia, è il residuo di una antica scienza perduta e non una arcaica visione filosofica, lo Spirito è il sesto elemento che compone l'esagramma. La medicina cinese ed in particolare l'agopuntura non sono la risultante di tentativi terapeutici durati millenni, ma una  scienza di una antica cultura scomparsa centrata su meridiani energetici del corpo. Tra i dodici organi del corpo umano la coppia Pericardio-Sanjiao non ha specifiche funzioni, ma rappresenta il controllo dell'energia e il suo flusso. I cinque elementi costituenti la materia, Acqua, Terra, Legno, Fuoco, Metalli, sono uniti dal legame energetico del sesto elemento lo Spirito con il quale completano l'esagramma. Mentre il Sanjiao regola il flusso energetico, il Pericardio non è considerato solo un rivestimento del cuore ma un elemento energetico spirituale. La scoperta dei neuroni lo rende un organo energetico, spirituale, pensante. La seconda mente dell'uomo starebbe effettivamente nel cuore.
Collegando queste ipotesi con quanto tramandato nelle Upanisad induiste in cui l'universo è l'insieme dei tre elementi Spirito, Mente e Materia, si può supporre che nell'uomo esista una mente sensitiva cerebrale e una mente spirituale cardiaca. La mente cerebrale elabora i dati provenienti dal mondo esterno materiale producendo i pensieri, mentre la mente cardiaca costituirebbe il collegamento tra la spiritualità cosmica e la mente cerebrale. In questo modo il cuore sarebbe la sede dell'amore universale e della coscienza individuale.
Il magnetismo e i neuroni cardiaci non sono argomenti inventati, ma realtà che di fatto aprono la strada a nuove ipotesi e a nuovi orizzonti. La relazione tra Materia e Spirito potrebbe cominciare ad essere definita. Le neuro-cardio scienze hanno davanti una strada affascinante per lo studio dei ruoli e dei collegamenti tra il cuore, la mente e lo spirito. Il percorso di ricerca è così individuat
o!
bibliografia

Jun 4, 2013

L'illusione

“Quanto ne vale la pena?”
“Di che cosa?”
“Di arrivare a 30 anni!”
La domanda non ha una risposta immediata. Bisogna spostare la domanda da un contesto specifico ad uno generale in modo che la risposta esuli da una interpretazione limitata personale, ma affronti la questione dell'esistenza dell'uomo.
La vita è un ciclo che inizia con la nascita e finisce con la morte. Trovarsi all'età di trentanni significa essere quasi al culmine della crescita fisica prima di iniziare la discesa.
La curva riflette la evoluzione biologica del corpo. La materia vivente è in una continua alternanza di crescita e di riduzione, di espansione e di riduzione e il corpo umano è la rappresentazione macroscopica della vita a livello cellulare.
Mentre il corpo è un modello standardizzato in cui dalla vita si passa alla morte, ben diverso è il modello a cui fa riferimento la mente. La crescita della attività mentale presenta un decorso autonomo indipendentemente dal ciclo biologico delle cellule cerebrali. Nella stessa persona convive il sistema biologico e quello mentale, interconnessi ma indipendenti per quanto riguarda il loro ciclo vitale. La diversità esistente tra corpo e mente fa si che il loro percorso possa seguire strade diverse.
L'attività mentale muta nel tempo ed è condizionata da due fattori: l'ambiente circostante e l'auto riflessione. La mente osserva e percepisce quello che succede e contemporaneamente elabora le azioni in base alla sua volontà. L'andamento del pensiero nel tempo è un continuo altalenarsi di periodi con ipo o iper attività che si avvicendano senza sosta indipendentemente dal corpo. Nella fare terminale della vita le fasi positive e negative si allungano e le onde corte late e strette della giovinezza si allungano e si ammorbidiscono nella vecchiaia.
Ma da dove origina la domanda “quanto ne vale la pena?”
Se le due entità mente e corpo coesistono e non possono esistere l'una senza l'altra, bisogna andare a ricercare l'origine della domanda nella esistenza dell'Universo. La materia (corpo) e la mente sono due elementi degli esseri viventi che traggono la loro energia dallo Spirito.
Lo spirito universale è l'energia che permette alla materia di assumere le sue forme e di dare origine agli esseri viventi mediante la produzione della mente. I due elementi del microcosmo dell'essere vivente si fondono con lo spirito in una triade che altro non è che l'universo nelle sue più disparate apparenze. (Veda). La mente e il corpo sono inscindibili e allo stesso tempo contrari come lo Yin e lo Yang, l'Uno e il Due che originano dal Tao e che danno origine alle 10.000 creature.
Ecco che allora comincia a intravedersi la risposta alla domanda “se vale la pena di vivere?” Noi si nasce non per nostra volontà, ma per un incessante ciclo di vita e di morte in cui lo spirito si manifesta attraverso un corpo e la mente. L'uomo ha il suo libero arbitrio ma è condizionato dal corpo e dall'ambiente in cui di sviluppa. La situazione è analoga a quella di qualsiasi essere vivente che nasce, vive e muore in una scatola. La gabbia può essere d'oro, di ferro o di spine e nulla può essere fatto per modificare le condizioni della nascita perché sono stabilite da altre volontà. Questa realtà non è percepita dall'uomo che con la mente elabora una realtà parallela a quella esistente e nella quale si immerge con i suoi pensieri e sogni. Quello che sembra all'uomo una via di fuga, una speranza, un obiettivo in realtà altro non è che una illusione, una visione alterata della realtà. Illudersi che la vita sia un sogno e utilizzare le proprie energie per modificare il corso della vita senza tenere conto della vera realtà dell'Universo comporta la sofferenza e la perdita di controllo. L'illusione significa demandare ad altri le proprie decisioni ed delegare alla propria mente la elaborazione di pensieri non basati sulla realtà.
La confusione che origina dalla domanda sull'esistenza è legata all'attaccamento che ogni essere nutre per tutto ciò che è piacevole ed amato. Anche qui la transitorietà della vita rende questo attaccamento un elemento di sofferenza in quanto più una persona si arrocca sull'attaccamento più la sua visione della realtà si altera e si distorce facendo cadere la mente nell'illusione. Voler vivere la vita come in un sogno e non rendersi conto che la causa della sofferenza è la non percezione della realtà, significa non sapere perché siamo nati. L'illusione e l'attaccamento sono due nemici della mente che nascono dentro la mente. Se si conoscono questi pericoli allora si può rispondere alla domanda se “vale la pena di esistere”: “certo!”. L'esistenza va vissuta tutta in piena libertà intellettuale senza i condizionamenti illusori adattandosi al mondo e pilotando la propria vita tra i flussi dell'Universo.
Grosseto 28 aprile 2013