Jun 4, 2013

L'illusione

“Quanto ne vale la pena?”
“Di che cosa?”
“Di arrivare a 30 anni!”
La domanda non ha una risposta immediata. Bisogna spostare la domanda da un contesto specifico ad uno generale in modo che la risposta esuli da una interpretazione limitata personale, ma affronti la questione dell'esistenza dell'uomo.
La vita è un ciclo che inizia con la nascita e finisce con la morte. Trovarsi all'età di trentanni significa essere quasi al culmine della crescita fisica prima di iniziare la discesa.
La curva riflette la evoluzione biologica del corpo. La materia vivente è in una continua alternanza di crescita e di riduzione, di espansione e di riduzione e il corpo umano è la rappresentazione macroscopica della vita a livello cellulare.
Mentre il corpo è un modello standardizzato in cui dalla vita si passa alla morte, ben diverso è il modello a cui fa riferimento la mente. La crescita della attività mentale presenta un decorso autonomo indipendentemente dal ciclo biologico delle cellule cerebrali. Nella stessa persona convive il sistema biologico e quello mentale, interconnessi ma indipendenti per quanto riguarda il loro ciclo vitale. La diversità esistente tra corpo e mente fa si che il loro percorso possa seguire strade diverse.
L'attività mentale muta nel tempo ed è condizionata da due fattori: l'ambiente circostante e l'auto riflessione. La mente osserva e percepisce quello che succede e contemporaneamente elabora le azioni in base alla sua volontà. L'andamento del pensiero nel tempo è un continuo altalenarsi di periodi con ipo o iper attività che si avvicendano senza sosta indipendentemente dal corpo. Nella fare terminale della vita le fasi positive e negative si allungano e le onde corte late e strette della giovinezza si allungano e si ammorbidiscono nella vecchiaia.
Ma da dove origina la domanda “quanto ne vale la pena?”
Se le due entità mente e corpo coesistono e non possono esistere l'una senza l'altra, bisogna andare a ricercare l'origine della domanda nella esistenza dell'Universo. La materia (corpo) e la mente sono due elementi degli esseri viventi che traggono la loro energia dallo Spirito.
Lo spirito universale è l'energia che permette alla materia di assumere le sue forme e di dare origine agli esseri viventi mediante la produzione della mente. I due elementi del microcosmo dell'essere vivente si fondono con lo spirito in una triade che altro non è che l'universo nelle sue più disparate apparenze. (Veda). La mente e il corpo sono inscindibili e allo stesso tempo contrari come lo Yin e lo Yang, l'Uno e il Due che originano dal Tao e che danno origine alle 10.000 creature.
Ecco che allora comincia a intravedersi la risposta alla domanda “se vale la pena di vivere?” Noi si nasce non per nostra volontà, ma per un incessante ciclo di vita e di morte in cui lo spirito si manifesta attraverso un corpo e la mente. L'uomo ha il suo libero arbitrio ma è condizionato dal corpo e dall'ambiente in cui di sviluppa. La situazione è analoga a quella di qualsiasi essere vivente che nasce, vive e muore in una scatola. La gabbia può essere d'oro, di ferro o di spine e nulla può essere fatto per modificare le condizioni della nascita perché sono stabilite da altre volontà. Questa realtà non è percepita dall'uomo che con la mente elabora una realtà parallela a quella esistente e nella quale si immerge con i suoi pensieri e sogni. Quello che sembra all'uomo una via di fuga, una speranza, un obiettivo in realtà altro non è che una illusione, una visione alterata della realtà. Illudersi che la vita sia un sogno e utilizzare le proprie energie per modificare il corso della vita senza tenere conto della vera realtà dell'Universo comporta la sofferenza e la perdita di controllo. L'illusione significa demandare ad altri le proprie decisioni ed delegare alla propria mente la elaborazione di pensieri non basati sulla realtà.
La confusione che origina dalla domanda sull'esistenza è legata all'attaccamento che ogni essere nutre per tutto ciò che è piacevole ed amato. Anche qui la transitorietà della vita rende questo attaccamento un elemento di sofferenza in quanto più una persona si arrocca sull'attaccamento più la sua visione della realtà si altera e si distorce facendo cadere la mente nell'illusione. Voler vivere la vita come in un sogno e non rendersi conto che la causa della sofferenza è la non percezione della realtà, significa non sapere perché siamo nati. L'illusione e l'attaccamento sono due nemici della mente che nascono dentro la mente. Se si conoscono questi pericoli allora si può rispondere alla domanda se “vale la pena di esistere”: “certo!”. L'esistenza va vissuta tutta in piena libertà intellettuale senza i condizionamenti illusori adattandosi al mondo e pilotando la propria vita tra i flussi dell'Universo.
Grosseto 28 aprile 2013

No comments:

Post a Comment