Feb 2, 2015

La quarta legge di Buddha


Il buddismo non è una religione, è una legge naturale. Il mondo e' in continua trasformazione. La quarta verita di Buddha e' la Via di mezzo: l'Ottuplice sentiero. Affrontare la vita con un atteggiamento eguilibrato e' il sistema per affrontarla positivamente. Otto sono le regole da seguire per uno stile di vita giusto ed equilibrato.

1) la giusta osservazione. Rifuggi dai pregiudizi quando ti guardi intorno.  Non giudicare nè inquadrare a priori come buona o cattiva una persona.  Mantieni un equilibrio ed impara ad osservare quello che avviene intorno in modo imparziale. Non entrare in giudizi positivi o negativi stai nel mezzo.
2) il giusto pensiero. I pensieri sono il prodotto continuo e irrefrenabile della mente. Nascono dagli stimoli esterni e non sono mai equilibrati. Risentono della causa che li ha generati. I pensieri devono rimanere imparziali senza giudizio. Per permettere alla mente la corretta formulazione, il pensiero così elaborato non entrerà nel circolo dei pensieri errati.
3) la giusta parola. Le parole sono l'espressione di pensieri possono essere dolci o soavi oppure taglienti come rasoi. La parola comunica agli altri le nostre intenzioni, ma se non si vuole urtare la suscettibilità o generare valutazioni erronee la scelta delle parole è essenziale. La giusta parola e' la porta per aprire la comunicazione con gli altri.
4) il giusto impegno. Qualsiasi attività con altre persone sfocia in un'azione che può essere dolce come una carezza o forte come un pugno. La sua scelta determina la reazione degli altri. L'impegno con cui una persona attua le cose non deve essere nè eccessivo nè insufficiente.
5) il giusto comportamento. Il modo di esprimersi con il corpo e con la mente traspare in ogni persona. Dal viso o dal modo di camminare si risale al carattere di ciascuno. Lo specchio di una persona e' più bello quando e' pulito. Il comportamento deve essere rispettoso e non suscitare nè reazioni positive nè negative.
6) il giusto impegno. Qualsiasi azione compiuta necessita di energia. Questa non deve essere né eccessiva ne' insufficiente. Sia che si costruisca una casa, si svolga un lavoro, o ci si metta seduti a pranzo, bisogna equilibrare le forze. Il giusto impegno permette la migliore realizzazione.
7) la giusta consapevolezza. Il mondo è estremamente vario e fuggevole. La mente continuamente si distrae e spesso uno si trova a fare più cose insieme come guidare la macchina e parlare al telefono. Più attività una persona svolge e più si crea uno sbilanciamento nella l'attenzione. Il rischio e' che il pensiero più interessante releghi gli altri a ruoli secondari  e automatici. Lo squilibrio mentale porta agli errori. Rendersi conto di quello che uno fa è un atto di volontà. La consapevolezza e' il sistema per non dare agli altri le colpe delle proprie azioni.
8) la giusta concentrazione. Ogni azione necessita del suo tempo sia per idearla che per realizzarla. Più l'azione e' specifica e complessa, maggiore è la attenzione che viene richiesta. Focalizzare il problema significa restringere lo spazio di azione della mente. La giusta concentrazione elimina i rischi che si corrono quando si perdono il ritmo e il filo di una ideazione. I pensieri corrono e si accavallano in ordine sparso quando viene a mancare la concentrazione.
L'ordine dei consigli non e' causale. L'osservazione del mondo e' la prima regola. La realtà e' piena di verità. Le varianti sono infinite. Ciò che appare sembra vero, ma spesso la verità e' un altra e può rimanere nascosta.
La via di mezzo non e' facile. Ci vuole tempo ed allenamento continuo per stare nel mezzo. Fare una cosa giusta non e' facile e non si improvvisa. La meditazione e' lo strumento per mantenere la mente in equilibrio e coloro che seguono l'ottuplice sentiero percorrono la strada della saggezza.

Transurfing3 Ospite del mondo

Il sogno e' l'illusione di ogni uomo. Tutte le volte che si guarda il mare si vede la propria piccolezza e fragilità. Quanto sarebbe bello solcare le onde e correre dominando il mare! E' un sogno, una illusione momentanea e fuggevole. La realtà e' diversa. Forse siamo nel deserto.
Tutti conosciamo il sentimento di insoddisfazione che serpeggia nelle nostre azioni. Le speranze di una bella vita si infrangono guardando gli altri che hanno di più. Gli insuccessi superano i successi e la lagnanza diviene lo stile di vita. L'insoddisfazione si trasforma in una forza motrice che subdolamente si infiltra nella mente e trasforma l'uomo in una vittima non tanto della realtà quanto di se stessa. Tanto peggio si pensa del mondo, tanto peggiore sarà la vita. Il destino crudele della vita si accanisca ogni giorno di più e la vita si trasforma nella battaglia che fa la mosca di fronte al vetro di una finestra. La mosca non smetterà di sbattere la testa fino a quando non morirà. Peccato,  è senza cervello, non e' in grado di esplorare altre strade per trovare l'anta  aperta della finestra. Il destino della mosca e' segnato dalla assenza della mente, quello dell'uomo dalla capacità di interpretare la realtà.
Come il surfista tranvola le onde nel suo transurfing consapevole, così la vita può essere cambiata smettendo di lottare contro il destino. Niente lotta, niente ascia di guerra, niente invidia e bramosia. L'energia emessa dalla mente non va usata contro, ma va orientata. Il mondo e' troppo potente, è un'onda immane che travolge tutto. Solo amalgamando la propria energia con quella di tutti gli altri e' possibile entrare in un equilibrio armonico ed oscillare e ondeggiare come il mare. Entrare in risonanza e' possibile senza movimenti bruschi e con ponderazione. Ci vuole cervello. Ci vuole consapevolezza dei limiti delle proprie forze. La realtà e' indipendente dalla nostra volontà a meno di possedere tanta forza o di essere in un momento fortunato. Ma attenzione tutto e' transitorio e le energie della mente tendono ad affievolirsi e a soccombere al sistema. Solo tenendo costantemente presente che in questo mondo siamo Ospiti, che non e' stata una nostra scelta essere generati, che la casa in cui viviamo e' del mondo, possiamo bilanciare il nostro comportamento tra l'accondiscendenza e la libera iniziativa.