Aug 30, 2010

L'asino di Maremma, il Bhudda e il Samurai



Cosi' si racconta nella Maremma Grossetana.
Un giorno l'Asino di un contadino cadde in un pozzo. non si era fatto male, ma non poteva uscire. L'asino ragliava, ma il contadino non sapeva come tirarlo fuori dal pozzo e alla fine prese una decisione crudele. Non valeva la pena tirare fuori l'asino, ma era piu' semplice seppellirlo vivo e riempire il pozzo che era secco. Il contadino chiamo' i vicini ed insieme cominciarono a gettare la terra nel pozzo. Il lavoro procedeva spedito, ma ad un certo momento l'asino smise di ragliare. I contadini guardarono nel pozzo e videro che l'animale si scrollava la terra dalla schiena e ci saliva sopra. In questo modo l'asino in breve usci' dal pozzo.
Il mondo e' pieno di gente che ama tirare la terra addosso agli altri solo per proprio tornaconto.
Il Bhudda un giorno attraverso' un paese di indu' che cominciarono ad offenderlo e a tirargli frutta marcia. Il Bhudda si scanso', non rispose alle offese e lascio' tutta la frutta che gli avevano "donato" a quei paesani.
Il vecchio Samurai fu chiamato fuori dal paese da un giovane Samurai che voleva prendere il suo posto nella difesa del paese. Il vecchio non ascolto' i consigli degli amici che lo sconsigliavano di fronteggiare quel giovane violento e lo incontro' fuori dalla porta del paese. Il giovane samurai pronuncio' offese enormi e con la spada taglio' più volte il vestito del vecchio. Lui non si mosse, ascolto', sorrise e aspetto' che il giovane si stancasse. Questi alla fine, esausto, smise di insultare e se ne ando' tra i fischi e le denigrazioni dei paesani.
Morale: I PREPOTENTI godono a tirarti la terra addosso, ogni tipo di terra, soprattutto se sei dentro un pozzo. Se vuoi scrollarti di dosso la terra che ti tirano e usarla per uscirne vincitore devi controllare la tua mente. Il segreto consiste nel reprimere le emozioni. La padronanza di se' e' "la vittoria più' grande".

Aug 12, 2010

Io scimmia, Tu.....?


Fin da piccino mi divertivo a muovere i capelli in su e in giu' con un semplice movimento dei muscoli facciali laterali. Alle elementari tutti i miei compagni erano incapaci. Ci provavano ma dovevano corrugare la fronte e stringere gli occhi.
Alla fine mi spiegarono che quel movimento del cuoio capelluto era tipico delle scimmie e fu un buon motivo per prendermi in giro. Le scimmie usano il movimento del cuoio capelluto per il loro linguaggio non verbale. Le scimme inoltre socchiudono le palpebre lasciando che lo sguardo passi attraverso una sottile fessura. Le scimme gonfiano le gote in modo da allargare la rima boccale che assume una forma arcuata di un tenue sorriso.
Questa espressione e' la stessa per me e l'orangotango. Io ho imparato ha combinare questi singoli diversi movimenti da quando mi dedico alla meditazione o ricerco la tranquillita' messa a repentaglio dallo stupido di turno (Omar arrabbiato). I capelli rilassati, gli occhi socchiusi e un sorriso sul volto si uniscono ad un profondo sommesso respiro che porta ossigeno al cervello e permette alla mente di elaborare la strategia piu' giusta senza le spinte minacciose, irruente e malevoli delle emozioni.
La mente in pochi attimi prende il controllo della situazione e a nulla valgono le azioni dello stupido che, insistendo nelle sue argomentazioni, vorrebbe la rissa e trascinarti al suo livello.
Il mio atteggiamento potrebe essere interpretato come uno scimmiottamento di quello che l'orangotango fa naturalmente tutte le volte si relaziona con un altro. Forse e' vero, pero' mi domando: "Chi mi ha insegnato a modificare il mio viso come quello di un orangotango?". La famiglia, gli amici, i monaci della meditazione o i libri su cui ho studiato? NO!!!. La risposta e' che non ho appreso questa espressione dall'ambiente in cui sono cresciuto, ma la ho ereditata dai miei antenati-genitori scimmia da cui discendo. La combinazione di elementi ambientali ha permesso la manifestazione fenotipica esteriore di una informazione stampata nei miei cromosomi.
Credo inoltre di aver ereditato dalle scimmie anche il loro carattere mansueto. Io non letico con nessuno. Anche il fetente piu' repellente scende nel mio oblio e la sua figura e' guardata con l'occhio compassionevole dell'orangotango.
Non letico con lo stupido, ma ho compassione di lui e per mantenere la mia mente scevra dalle emozioni dannose mi allontano, mi separo e, se posso, divorzio definitivamente da lui.

Aug 10, 2010

poesia incredula



Il mondo gira lentamente
perché ogni persona si crede intelligente.
Anche a me piace usare la mente
per scrivere pensieri liberamente,
ma intorno ho tante gente
che mi reputa un deficiente.
Il quesito si pone costantemente
di fronte a questi stupidi devo agire da fetente?

Lungi da me essere irriverente,
ma per certa gente che fa l'insolente
rispondo che "diversi siamo.... geneticamente"