Dec 25, 2011

Violenza sociale Natale 2011


Il Questore di Roma dopo gli ultimi morti ammazzati sulla strada ha affermato: “le vecchie generazioni quando leticavano si confrontavano con i cazzotti, adesso le nuove generazioni per strada usano il coltello o la pistola”. Un futile motivo innesca un litigio che diviene la scintilla per sfogare la rabbia e uccidere un altro solo per il fatto di non condividerne le idee e le azioni. Pochi mesi fa lo stesso Fiorello lanciò un messaggio televisivo ai giovani invitandoli ad andare in discoteca per divertirsi e non per leticare. Le nuove generazioni sono cresciute in una atmosfera antireligiosa giustificata dagli abusi del clero e dal desiderio della autodeterminazione. La voglia sfrenata di sentirsi liberi ha rinnegato i dogmi e i tabù di una società borghese, ma la contropartita ha determinato il rifiuto dei valori cristiani e la perdita dei valori morali. L'etica su cui si basava la società in pochi decenni, è stata sostituita dal “nulla” proposto dal consumismo e dal desiderio di “emergere”. Così il rispetto della persona, il valore della libertà, la razionalità del pensiero sono passati in secondo ordine rispetto alle pulsioni delle emozioni. L'irruenza emotiva, senza un insegnamento etico iniziato in tenera età, diviene una forza incontrollabile che sfocia in azioni violente dalle conseguenze imprevedibili. L'etica è difficile da comprendere; è un ramo della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. Ancora più eclatante il fatto che nelle generazioni che frequentano le scuole superiori sono sconosciuti i comandamenti fondanti della convivenza civile: non uccidere, non rubare, non desiderare la donna e la roba degli altri. I 10 comandamenti giudaico-cristiani e anche i più semplici precetti delle religioni asiatiche sono sconosciuti nella loro importanza di imperativi assoluti della società civile. La morale è considerata superata nelle idee riformiste e progressiste con il risultato che il coltello e la pistola hanno preso il posto del pugno e del ceffone.

Jul 11, 2011

Preghiera indiana d"America


Thailandia
--O Grande Spirito, la cui voce sento nei venti ed il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltami. Vengo davanti a Te, uno dei tuoi tanti figli.
--Sono piccolo e debole. Ho bisogno della tua forza e della tua saggezza.
--Lasciami camminare tra le cose belle e fà che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro.
--Fà che le mie mani rispettino ciò che Tu hai creato, e le mie orecchie siano acute nell'udire la Tua voce.
--Fammi saggio, così che io conosca le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia.
--Cerco forza, non per essere superiore ai miei fratelli, ma per essere abile a combattere il mio più grande nemico: me stesso.
--Fà che io sia sempre pronto a venire da Te, con mani pulite ed occhi diritti, così che quando la vita svanisce, come la luce al tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna.
Preghiera di Yellow Lark, capo indiano Sioux
http://www.youtube.com/watch?v=c0pQf-2I__Q

Feb 17, 2011

La Meditazione. DHARMA e DUKKA


Mons. Ven. Luang Phor Sanong Katapunno
Abate del Tempio Wat Sanghatan, Nonthaburi, Thailandia
Questa è la traduzione dall'inglese delle parole dell'Abate Sanong sul Dharma e la Meditazione come strumento di controllo della sofferenza. Sono necessari 15 minuti per leggere l'articolo. Per me è illuminante. Se qualcuno vuole aiutarmi a correggere la traduzione, appena torno in Italia, gli mando il testo originale.
IL MONDO E IL DHARMA
Il mondo è una cosa. Il DHARMA è un'altra cosa.
Il DHARMA globale è con il mondo. E' distribuito con il piacere e il dolore.
Quando la fortuna, gli onori, le lodi e la felicità appaiono, noi siamo contenti.
Quando la fortuna, gli onori, le lodi e la felicità diminuiscono, noi ci sentiamo tristi.
Quando questi otto aspetti mondani appaiono, dobbiamo essere equilibrati.
Se non riusciamo ad essere equilibrati, questo significa diventare terreni.
Ma se noi riusciamo essere equilibrati, a non essere contenti o tristi, questo è il DHARMA.
IL POTERE DELLA MENTE
La mente è difficile da maneggiare.
Unificarla non è facile.
Per esempio, se noi vogliamo portare la mente alle unghie (dita e piedi), è molto difficile farlo.
Perfino se si spendono tre mesi specificatamente a portare la mente alle unghie (dita e piedi), a Lei non piace stare lì.
Quando portiamo la mente ai capelli, Lei non sta lì.
La mente preferisce stare con gli altri esseri umani.
Quando si pensa ai capelli di un altro, noi lo possiamo ricordare.
Quando si pensa alla faccia di un altro, noi la possiamo ricordare.
Invece noi non possiamo vedere la nostra stessa faccia che è con noi.
E' buffo, non è così?
Noi possiamo vedere le cose che sono lontane.
Quando noi pensiamo ad amici che vivono nel mondo, noi possiamo vedere le loro facce immediatamente.
Perché è così facile?
Sembra una fantasia perché se contempliamo la nostra faccia, la mente si calma immediatamente.
Quando conosciamo la nostra mente, essa improvvisamente si tranquillizza.
Ma quando noi dimentichiamo di controllare la nostra mente, il "Dukkha"( sofferenza) arriva immediatamente.
Questa è la strada per eliminare il "Dukkha".
DUKKHA (LA SOFFERENZA DELLA VITA)
Gli esseri umani hanno in comune l’esperienza del Dukkha.
Tutti gli uomini sono ugualmente soggetti al Dukkha.
Se poniamo il nostro dito sul fuoco, questo è ugualmente caldo per chiunque, è ugualmente doloroso.
Sebbene il dolore sia comune a tutti, la sola differenza è sul come è sopportato.
Se un bambino mette il dito nel fuoco, piangerà insopportabilmente.
Ma se un adulto fa una simile cosa, Lui o Lei non gemerà così tanto, loro hanno una maggiore resistenza.
Sebbene sia lo stesso dolore del Dukkha, la sopportazione e il ricordo di quel Dukkha per un bambino e per un adulto sono differenti.
LA COMPAGNIA CON I MONACI
La compagnia dei monaci vizia gli esseri umani? non è buona?
Chiunque sta vicino ai Monaci vedrà ridotte le tendenze mondane, ma non quando starà con altri esseri umani.
In compagnia dei Monaci sono diminuite la tristezza come pure le insane emozioni.
Ma quando si è in compagnia degli esseri umani, il ricordo dei Monaci diminuisce.
Le cattive parole, i litigi, gli imbrogli divengono per gli esseri umani avidità e desiderio delle cose.
Quando uno sta con i Monaci, il desiderio è fare buone azioni (meriti), non griderà né userà brutte parole, né berrà alcool, non danzerà né andrà nei bar o nei pub.
Però quando uno è in compagnia degli esseri umani si perdono di vista gli esempi dei Monaci, cosa che non accade in loro compagnia.
CONTEMPLARE SE STESSI (LA PROPRIA VERA NATURA)
Il DHARMA (l'insegnamento di Bhudda) ci insegna come contemplare se stessi.
All'inizio Bhudda insegna a considerare semplicemente cinque oggetti:
Capelli della testa.
Pelle.
Peli del corpo.
Denti.
Unghie delle dita e dei piedi.
Unghie delle dita e dei piedi.
Denti.
Peli del corpo.
Pelle.
Capelli della testa.
Perché? Questo per comprendere che l'apparenza del nostro corpo è transitoria e costantemente mutevole.
Riflettete:
Capelli della testa. In futuro cambieranno colore da neri a bianchi. Se li abbandoniamo per lungo tempo diverranno sudici, sporchi, infine cadranno fino all'ultimo. Perciò dobbiamo considerare che i Capelli della testa sono “impermanenti”.
Peli del corpo. Sono distribuiti in tutto il corpo. Se li lasciamo crescere troppo lunghi diverranno sudici e si mischieranno al sudore del giorno. Perciò dobbiamo considerare che i Peli del corpo sono “impermanenti”.
Unghie (dita e piedi). Se non le tagliamo, le puliamo e le lasciamo troppo lunghe divengono sporche. Perciò dobbiamo considerare che le Unghie sono “impermanenti”.
Denti. Se non si lavano i denti nella nostra bocca e si lasciano trascurati per troppo tempo divengono scuri e sporchi. Infine si sciupano, causano dolore, divengono mobili e cadono. Perciò dobbiamo considerare che i Denti sono “impermanenti”.
Pelle. La nostra pelle cresce con il bere e il mangiare. Se non viene lavata per lungo tempo si macchia, si sporca e diviene grinzosa e malata. Perciò dobbiamo considerare che la Pelle è “impermalente”.
Perciò il DHARMA che deriva dalla lettura del Tipikata (testi sacri) è per il beneficio di tutta la gente, ma altresì deriva dalla contemplazione dei capelli dei peli, delle unghie, dei denti e della pelle. Noi analizziamo gli aspetti fisici ed astratti del corpo e della mente. Quelli fisici sono la terra, l'aria, il fuoco, l'acqua. Quelli astratti sono i pensieri, i meriti, la bontà e la cattiveria. Quando analizziamo i componenti più profondamente troviamo che non c’è la persona, non siamo noi, non ci sono loro.
Un giorno la persona che noi consideriamo come noi o loro cambierà. Se noi consideriamo questi cinque oggetti, noi dovremo considerare che diverremo vecchi, malati e moriremo. Noi dobbiamo meditare in modo da calmare la mente. Questo è il modo per comprendere il DHARMA, l'insegnamento di Bhudda.
LA MENTE UMANA E' RILUTTANTE A MORIRE
La mente umana è riluttante a morire.
La mente guida il ciclo della avidità, della rabbia, della delusione e loro sono riluttanti a morire. Solo il corpo muore.
La persona che è realmente morta è quella che conosce la verità del DHARMA, quei desideri sono distrutti e la persona è illuminata dalla verità del DHARMA.
LE SUPPOSIZIONI SULLA GENTE.
Le femmine si suppone essere femmine giusto come i maschi sono supposti di essere maschi. Gli esseri umani si suppone siano esseri umani.
Se non li classifichiamo, allora non ci sono femmine, maschi e esseri umani. C'è giusto la terra, l'aria, il fuoco e l'aria di cui gli esseri umani sono fatti.
Ma noi chiamiamo quegli esseri umani e supponiamo dalla loro forma esteriore che siano femmine o maschi. In cima a questo noi creiamo una ulteriore supposizione dando loro dei nomi. Poi quando qualcono dice che il nostro nome è buono noi siamo contenti e lo vogliamo mantenere. Ma se qualcuno dice che il nostro nome non è buono accade che ci sentiamo infelici. E’ così che si diventa attaccati alle nostre supposizioni. Questo attaccamento inizia nel momento della nascita, quando i nostri genitori ci danno queste supposizioni.
In realtà noi guardiamo ad in essere umano quando questo è nessuno. Se cerchiamo un reale essere umano finiamo per vedere un regno fatto di credenze. Questo corpo fatto di carne, pelle, unghie, capelli della testa, peli del corpo, ossa, tendini, sangue, pus, muco e saliva è semplicemente fatto dai quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua. Quando si cerca un essere umano non lo possiamo trovare. Non c'è femmina o maschio che non sia una supposizione. Non è così?
Quando si vede uno scheletro pensile, non è né una femmina né un maschio. Se si toglie il corpo, possiamo definire con precisione se è una femmina o un maschio? Se noi mettiamo da parte le nostre supposizioni e guardiamo questi aspetti alla luce del DHARMA vediamo che non c'è essere umano, non c'è femmina, non c'è maschio. Non c'è una persona avida, rabbiosa, o stupida.
La meditazione è la base per la tranquillità e la saggezza. Con la meditazione noi possiamo sviluppare la concentrazione e vedere che questo è un mondo illusorio.
IL PICCOLO CUORE
Il nostro minuscolo cuore soffre moltissimo.
Questo minuscolo cuore quando soffre, soffre mortalmente.
Niente può consolarlo.
Quando è caldo è più caldo delle fiamme.
Quando sente dolore, é più triste di qualsiasi cosa, niente può essere paragonato.
Noi dobbiamo prepararci.
Preparare il nostro cuore ad essere equilibrato.
Preparare il nostro cuore ad essere calmo.
Così che qualsiasi incidente possa accadere alla nostra famiglia, la vita non ci farà soffrire.
DOLORE UMANO
Il dolore del corpo non ci deve condurre al dolore della mente.
La malattia fisica non deve portare alla malattia della mente.
Sia il dolore del corpo che quello della mente possono essere grandi.
Se abbiamo dolore fisico, noi non dobbiamo creare il dolore mentale.
Se abbiamo una malattia fisica, noi non dobbiamo creare una malattia mentale.
Quando la mente di una persona diviene malata, presto anche il corpo diventerà malato.
Colui che è malato solo fisicamente può essere curato, a meno che anche la sua mente sia malata.
Per questo Uno deve proteggere la propria mente dal divenire malata.
USARE LA CONCENTRAZIONE SUL RESPIRO PER TROVARE LA TRANQUILLITA'
Lo studio del Bhuddismo è lo studio di se stessi perché nei discorsi di Bhudda si trova l'insegnamento del cuore.
Nel passato, il Bodhisatta (colui che aspira a diventare un Bhudda) ebbe molte vite che dedicò al pensiero. Ma Lui fu incapace a trovare il DHARMA, incapace a trovare il Paradiso, a trovare il Nirvana. Ma quando infine sviluppò una mente piena di pace, lui trovò la saggezza e la meditazione e raggiunse il Nirvana,
Inizialmente il Bodhisatta non praticò la concentrazione sul respiro. Ma quando sedette sotto l'albero del Bodhi Lui contemplò il suo respiro chiedendo: Come fa uno a espirare? Come fa uno ad inspirare? Il respiro è corto? Il respiro è lungo? E' ruvido? E' liscio? E attraverso ciò Lui trovò il vuoto. Lui trovò la luce. Lui trovò la saggezza.
Questa è la strada che permise al Bhudda di trovare il DHARMA. Lui lo scoprì attraverso la concentrazione sul respiro.
IL MASSIMO DEL MERITO
La meditazione è il massimo del merito, delle buone azioni.
Se noi guardiamo ai meriti nel mondo terreno, noi troveremo solo avidità, rabbia, odio e delusione. Siamo circondati da calamità e uno non può focalizzare la propria mente su tutto. Ma quando uno fa la meditazione, la mente sarà calma.
L'odio, l'avidità e tutto ciò che è collegato al desiderio di vendetta sarà tagliato fuori e abbandonato. La mente diverrà più felice. La mente che è abituata alle emozioni, piene di paura e preoccupazioni, gradualmente abbandonerà queste cose.
Più uno medita, maggiori saranno i meriti che accumula. Questo è il cuore del Bhuddismo.
CONDIZIONARE SE STESSI
Il DHARMA è l'insegnamento di Bhudda. Lui insegna come usarlo per vedere se stessi allo specchio. Lui non ci insegna come correggere gli altri.
Giorno o notte, non importa se questo anno o il prossimo, non si deve guardare se stessi per correggere gli altri. Il sole e la luna sono sempre gli stessi. Non possono giudicare le parole di qualcuno per definirlo buono o cattivo. Siamo solo noi stessi e la nostra mente che necessita di essere corretta. Abbiamo bisogno di condizionare noi stessi per fare il bene, eliminare il male e portare la bontà sopra il Dukkha per essere lasciati in pace.
LA SOFFERENZA UMANA (DUKKHA)
Se noi pensiamo con una mente non allenata, noi svilupperemo sia buoni che cattivi pensieri. Ci piacerebbe pensare solo cose buone ma non possiamo controllare la nostra mente. I pensieri cattivi arrivano e noi cominciamo a soffrire. All'inizio noi crediamo che un pensiero sia buono, ma quando lo mettiamo in pratica, lui diventa un pensiero cattivo e causa il Dukkha.
I nostri pensieri non possono essere fermati al loro sorgere. Da dove vengono, non è chiaro ma a causa dell'accumulo dei pensieri cattivi la mente viene sopraffatta. Preoccupazioni e ansietà crescono, non possono essere eliminate e appesantiscono la mente.
Questo perché a noi manca la capacità di ignorare i pensieri. Noi pensiamo che si dovrebbe pensare solo alle idee che portano felicità e non a quelle cattive. Ma questo non è possibile. I pensieri cattivi arrivano, poi aumentano e divengono la routine. Questa è sicuramente la sorgente del Dukkha. Noi non possiamo controllare i nostri pensieri. Noi possiamo provare a distrarre noi stessi cercando amici per socializzare, andare a ballare o impegnarsi in altre forme di divertimento, ma quando si ritorna a casa i nostri pensieri ritornano a noi e così pure il Dukkha.
Niente sembra aiutarci a fermare il nostro Dukkha mentale, l'ansietà e le preoccupazioni. Così noi andiamo in un Tempio cercando una strada per rimediare alla situazione. Si cerca un rifugio. Si torna alla religione sperando di trovare il rimedio al nostro Dukkha.
Come risultato, cominciamo a pensare buoni pensieri e a eseguire azioni gentili e generose verso coloro che sono in difficoltà. Nel donare agli altri si vede che indietro ritorna la felicità. Noi diamo agli altri liberamente senza attaccamento cose che amiamo e gli altri traggono beneficio dai nostri doni. Siamo felici quando facciano questi doni agli altri. Siamo felici della nostra disponibilità a lasciare andare la nostra ricchezza.
Questo è il modo per sviluppare la moralità, Ciò porta bontà alle nostre parole e fatti. Nel passato quando si agiva senza moralità, si parlava aspramente e si agiva in modo improprio mentre si era ubriachi o per il cattivo comportamento. Non si era così buoni.
Ma come si praticano i precetti, siamo capaci di condizionare il nostro corpo e le parole in modo da essere ordinati e calmi. Quando siamo calmi e in pace ci si sente felici. Giusto come ci si sente calmi in questo momento, ma se uno si alza e si allontana, starnutisce, tossisce o parla, allora quella calma è infranta e la felicità scompare. Senza un sistema ordinato della vita non c'è tranquillità e ciò significa niente felicità.
La moralità è come quando molte persone sono sedute insieme in modo ordinato: come migliaia di persone sedute in un Tempio, l’una vicino all’altra, senza fare alcun rumore. Questa è la moralità.
La meditazione (Samadhi) è la concentrazione. Concentrazione su che cosa? Concentrazione sul Bhudda, sul Suo insegnamento e sul pensiero buddista ((Sangha). La concentrazione porta alla calma che riduce le distrazioni e i capovolgimenti della vita. Per esempio, sconvolgimenti per inganni, delusioni, insuccessi negli affari, paura di perdere denaro, infelicità per la nostra famiglia e i vicini, ansietà per attività inesperte effettuate nel passato o per futuri eventi che non arrivano.
La meditazione ci sbarazzerà di queste ansietà. La meditazione ci sbarazzerà da simili emozioni. Quando pensiamo a qualche cosa che non possiamo lasciare andare, che ci rende tristi, contenti o ansiosi, immediatamente dobbiamo fare la meditazione.
Con la meditazione la mente comincerà ad essere felice. La meditazione lavora a meraviglia in questo modo. Così si cura il Dukkha della mente.
Il primo livello di concentrazione è la meditazione momentanea. In questo stato la mente è calma e libera dai pensieri che causano il Dukkha di volta in volta. Ma se noi raggiungiamo il secondo livello di meditazione prolungata possiamo mantenere la calma per periodi lunghi. Anche se i pensieri ritornano, questi hanno meno forza. La mente sta più calma di prima. Con la meditazione prolungata si raggiunge la saggezza e la comprensione. Questa è la migliore strada per coltivare la pace della mente. Se continuiamo la concentrazione arriviamo alla meditazione profonda. A questo livello la mente è immobile. I pensieri non disturbano la sua calma e il suo stato di pace. Nessuna calamità entra nella meditazione profonda.
Perciò la meditazione è la strada per abbandonare il proprio Dukkha. Non vi è alcun metodo migliore per controllare i nostri pensieri se non attraverso l'allenamento alla calma della mente con la meditazione.
Il DHARMA di Bhudda è la strada per eliminare la sofferenza (Dukkha) nella mente di ciascuno e di tutti noi. Ognuno lo può fare.
Né per il proprio, né per l'amore di un'altro
si dovrebbe compiere qualcosa di sbagliato.
Né per ingiusti motivi si dovrebbe desiderare
figli, ricchezza, potere o successo personale.
Lui dovrebbe essere virtuoso, saggio e giusto.
Uno dovrebbe recitare centinaia di preghiere
comprendere lavori inutili
meglio è la singola parola del DHARMA
che, appena ascoltata, rende pacifici.
Lì non c'era e mai ci sarà
né ora potrà essere trovata
uno persona che è completamente in colpa
o che è completamente lodato.
Presto, Aimè! Questo corpo giacerà
sulla terra, immobile
privo di coscienza
piatto come un inutile tronco.
(DHARMApada)

Jan 8, 2011

La mente del Cane


Al Museo di storia naturale di Grosseto, il prof. Mainardi di Venezia ha tenuto una conferenza sui suoi studi sul comportamento del cane. L'osservazione di questo animale permette di dividere agevolmente i mammiferi in due categorie: animali che hanno la mente e animali che non ce l'hanno. Un semplice esperimento determina la assegnazione di un mammifero a una o all'altra classe: Il Test DETOUR. L'animale e' messo in un cuneo di vetro con un prelibato boccole legato ad un filo tenuto da un operatore al di la della punta del cuneo. Man mano che l'animale si avvicina al cibo l'operatore tira il filo fino a portarlo fuori dalla barriera. A questo punto l'animale con la mente torna indietro e aggira l'ostacolo, al contrario dell'animale senza mente che annaspa, si confonde, ed e' incapace di pensare alla soluzione. L'esempio piu' semplice e' tra il moscone e l'ape di fronte ad una finestra. Il moscone continua a battere la testa nel vetro incapace a trovare lo spiraglio aperto, invece l'ape dopo pochi tentativi trova la strada per riacquistare la liberta'.
Cosa e' la mente? Mainardi si pone la domanda e per rispondere a questa semplice domanda ha necessita' di costruire una risposta articolata su quattro attivita':
1) La Mente permette la costruzione della rappresentazione della realta',
2) La Mente elabora la situazione e crea le connessiosi qualitative temporo spaziali,
3) La mente e' sensibile alle emozioni e all'istinto della paura,
4) La mente comunica le emozioni e memorizza l'esperinza.
Il Cane e' il mammifero che per prima e' stato addomesticato dall'uomo (13.000 anni fa). La sua mente e' predisposta alla vita sociale. Il cane' e' il migliore amico perche' condivide coin l'uomo le gioie e i dolori della vita . Tutti quelli che hanno e amano un cane sanno parlare con lui e sanno che lui capisce il linguaggio gestuale e verbale. Il cane come tutte le altre bestie non ha la parola, ma e' in grado di esprimere le sue emozioni Gli occhi, le orecche, i movimenti del corpo e della coda sono espressioni delle sue emozioni. Tra uomo e cane vi e' una condivisione che li avvicina nella storia naturale della evoluzione delle specie. La spiegazione di questa condivisione di emozioni potrebbe essere ricercata nella vicinanza genetica di questi due animali.
Il cane, a differenza dell'uomo, non e' capace di mascherare o mistificare le emozioni ne' tanto meno le sue espressioni facciali. Mainaidi, velocemente, ipotizza la imperfezione della mente dell'uomo.
DOMANDA: Cosa ha prodotto nella filiera evolutiva la devianza malevola della mente umana? La risposta sta forse nella predominanza di geni derivanti da animali aggressivi e finalizzati esclusivamente alla sopravvivenza della loro specie?
Con la lezione di Mainardi il mito della superiorita' della mente dell'uomo ha ricevuto un ulteriore colpo.

Jan 4, 2011

Il Mondo di Mosè' dopo Adamo


Il mondo girerebbe da solo abbastanza tranquillo in equilibrio se non ci fosse l'uomo. Il Creatore quando decise, dopo 5 giorni di faticoso lavoro, di dare inizio alla creazione del genere umano fece una progettazione approsimativa del cervello. Mentre la piattaforma per la realizzazione dei vari organi, cuore, polmoni, fegato, ossa etc. era analoga a quella degli esseri viventi creati nei giorni precedenti, il Creatore, preso dalla euforia della sua opera e volendo concludere il lavoro in bellezza decise fare un mix con le strutture cerebrali di altri animali. Il telaio lo fornirono i rettili con il tronco encefalico mentre il motore e gli organi di trasmissione furono dati dai mammiferi con il sistema limbico. Godivo di questa pensata, il Creatore decise di fare il Tuning del cranio modificando la carrozzeria per dare slancio, dinamismo e potenza alla neo corteccia. La giornata fu lunga e faticosa perche' il Tuning richiedeva concentrazione, ma la stanchezza determino' alcune mancanze. Il Creatore dimentico' di inserire un sistema automatico per il controllo degli istinti delle specie primordiali. Il nuovo cervello era in grado di effettuare grandi elaborazioni, progettazioni e stoccaggio delle informazioni, ma di fronte agli istinti di sopravvivenza e di paura era incapace di reagire con raziocinio ed intelligenza. Il Creatore aveva realizzato un neo-cervello con ingranaggi manuali e non automatici di vecchia generazione.
Come l'umidita' sale dalle fondamenta immerse in un terreno bagnato, cosi' il comportamento di origine bestiale sale ed infiltra le attivita' cerebrali umane. Il Creatore si accorse dello sbaglio quando il giorno dopo, comodamente sdraiato su una nuvola, vide Adamo ed Eva rubare la sua unica mela. Con quella azione i due umani gettarono al vento una esistenza paradiasiaca per la bramosia di una mela. Tanta stupidita' il Ceatore non la aveva riscontrata in nessun altro animale e cosi', sgomento, decise di togliersi Adamo ed Eva da tre passi e li mando' in un mondo che gli umani, sensa fantasia chiamarono Terra.
Il tempo scorreva lento e senza interesse; ogni tanto il Creatore dava una occhiata al suo creato, ma tutte le volte che guardava la Terra era preso dallo sconforto e dalla depressione. La stirpe di Adamo si era moltiplicata, ma viveva nella violenza. Gli uomini non sapevano vivere senza ammazzarsi tra loro. Stupidamente non riuscivano a controllare i loro istinti e le loro azioni erano guidate dagli impulsi per la sopravvivenza. Un giorno turbato da tanta tristezza decise di parlare con qualcuno sulla terra. La scelta cadde su Mose', un uomo che era salito sulla cima di una montagna per stare da solo lontano dai suoi simili. Tra il Ceatore e Mose' nacque subito la simpatia. I due si misero a chiacchierare e si trovarono d'accordo su come la stragrande maggioranza della gente utilizzasse il cervello solo per infime ragioni. Il Creatore sapeva che il suo sbaglio era irreversibile e decise insieme a Mose', in attesa che l'evoluzione mitigasse lo sbaglio, di stabilire poche ma semplici regole per una convivenza meno violenta e cattiva. Mose' si mise a scalpellare quello che dettava il Creatore su delle tavolette di pietra ma era lento con il martello e lo scalpello. Il Creatore capi' che, se voleva arrivare ad una conclusione, doveva essere breve e conciso. Cosi' nacquero i dieci comandamenti. Poche e chiare regole facilmente capibili da tutti. La gente avrebbe potuto vivere una vita felice e contenta.
Mose' e il Creatore si salutarono affettuasamente pieni di fiducia per le nuove generazioni. Loro credevano che l'intelligenza dell'uomo fosse sufficente per sviluppare una "coscienza" e distinguere il bene dal male. Sfortunatamente gli anni a seguire non corfermarono questa speranza. I dieci comandamenti entrarono da un orecchio ed uscirono dall'altro nella granparte delle persone. La causa di questo madornale FLOP sta nel fatto che per essere "Buoni" bisogna fare uno sforzo di volonta'. Rubare una mela e' facile quanto ammazzare il fratello Abele. E' facile essere cattivi e la stupidita' apre la porta alla malvagita'.
Domanda: le condizioni di vita miserevole dipendono dallo sbaglio del Creatore o dalla stupidita' dell'uomo?
Risposta: Chi conosce i dieci comandamenti e' in grado di attivare la propria coscienza e riconoscere il bene dal male. I Buoni corrono pero' il rischio di incontrare il malvagio Caino per sopprimerli e rubare la mela e tutto il resto.

Jan 3, 2011

La Mosca


Dio quando creò il mondo poteva risparmiare la creazione della mosca.

Questo animale difficilmente trova posto nella armonia del mondo in quanto identifica i Rompicoglioni. Costei vive la sua vita disturbando gli esseri che la circondano senza recare loro alcuna utilità ( a differenza delle sue cugine pulci che con i loro morsi tengono il cane e il gatto sempre svegli). Il Creatore in quel momento deve aver avuto un attimo di sbandamento e non è facile capire cosa sia successo. Due sono le possibili spiegazioni:

1. la mosca ha una funzione importante che però è oscura alla comprensione dell’essere umano. Ciò starebbe ad indicare la ristrettezza mentale dell’uomo nella interpretazione del mondo nella sua complessità, armonia e globalità. La limitazione del pensiero umano è tale da non riuscire ad inquadrare la mosca che, appena posata sulla merda, vola tranquilla sul naso dell’uomo che vive ignaro di essere parte di un insieme più grande di lui.

2. Il Creatore nel creare la mosca ha sbagliato le misure e le impostazioni in modo da dare vita ad un essere insulso e senza scopo. Questo fatto di per sé minimale fa sorgere dubbi sulla veridicità della infallibilità del Creatore che, se ha sbagliato con la mosca, è possibile abbia effettuato altri sbagli. Quello che sembrerebbe un mondo armonico in cui ogni essere ed elemento ha la sua collocazione, potrebbe in realtà essere una accozzaglia di sbagli nati dalla azione di un azzeccagarbugli. La broccioneria della azione del Creatore sarebbe allora la regola che governa il mondo e quello che sarebbe un ordine precostituito altro non è che una casualità in cui tutti, per sopravvivere devono stare in guardia e camminare lungo il muro.

Morale: Il mondo è pieno di sofferenza perchè è infestato dalle mosche.

La Noce dello Stupido


Il cervello dello stupido è grande come una noce. Sta al centro della scatola cranica e fluttua nel suo interno. La noce si gonfia e si sgonfia in funzione del grado di stupidità dell’essere vivente: più la persona è stupida più la noce è piccola, se la noce cresce la stupidità si riduce. La noce non è mai ferma ed è molto difficile individuare la sua dimensione quando la persona non interagisce con gli altri. Sfortunatamente le sue oscillazioni sono imprevedibili, così è possibile trovarsi di fronte ad una persona apparentemente normale ma, con la noce nel suo momento funzionale di massimo restringimento. Ciò è un grave pericolo per chiunque interagisca con lo stupido in quanto le sue azioni recano danno a tutti, stupido compreso.

L’unica possibilità di difesa è di utilizzare la prevenzione che consiste :

  • Nell’attesa guardinga,
  • Nell'individuazione della dimensione della noce,
  • Nello smaltimento della stupidità con la Via di Mezzo.

Si capisce quando la persona è stupida nel momento che dice e vuole applicare una “cazzata”. In quel momento deve iniziare l’autodifesa con l’abbassamento delle palpebre e lo sguardo fisso dentro gli occhi, attraverso le pupille, lungo il nervo ottico per guardare, dentro la sua scatola cranica, le dimensioni della noce. Se la noce è molto piccola, le cazzate saranno continue e la situazione molto pericolosa. Bisogna aspettare che la noce si gonfi e torni a muoversi nel liquido amorfo che la circonda. Ciò può volere molto tempo. Ogni contatto con lo stupido deve seguire la valutazione della dimensione della sua noce con le palpebre lievemente socchiuse. Questa inazione stanca lo stupido e gli permette di rilassarsi e gonfiare la sua noce. In quel momento il nostro comportamento deve seguire la Via di Mezzo in modo da reagire consapevolmente alle azioni dello stupido.